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Scritto sul burro

Daniela Iovino

”Si era limitata a dire “basta”. “ Signor Giudice: Ho male interpretato il no della ragazza”. “Violenza di gruppo, assolti gli stupratori perché non avevano capito il ‘no’” “Per il giudice i due sono innocenti e, quindi, non punibili, “per errore sul fatto che costituisce il reato”. In buona sostanza non hanno percepito il “no” della ragazza, dando per scontato il consenso.”

Un “no” esplicito non è sufficiente in Svizzera secondo la giurisprudenza del Tribunale federale (cfr. decisione del Tribunale federale 6B_912/2009 del 22 febbraio 2010. “La Cassazione, annullando con rinvio, richiedeva una nuova valutazione sulla reazione della vittima di stupro, che può essere talmente spaventata e scioccata da non riuscire a proferire parola, nemmeno “basta” o anche un semplice “no””

Nel film “Sotto Accusa” – basato su una storia vera in cui Sarah, il personaggio interpretato da Jodie Foster, viene violentata da più uomini su un biliardo in un bar; la difesa degli accusati punta sul fatto che la donna, indossando una minigonna, avendo bevuto alcolici ed avendo un atteggiamento provocatorio, ha sostanzialmente acconsentito ai rapporti, anche perché si era limitata ad affermare “un semplice no”. Un ‘semplice no’, la mancanza di pianti, il ‘minimo di resistenza’, la reazione nei primi 20 secondi.
Non bastano per far capire alla legge, all’uomo, qual’è il confine invalicabile, alla persona, alla dignità sacra che non va oltrepassata. In antichità un detto rurale con valenza e significati anche di tipo e patriarcale indicava malevolmente il corpo di una donna come al burro. “se ti tocco mica è burro che ci rimane il segno”

La mia opera parla di questo. E’ il NO urlato da tutte le donne del mondo, NO significa NO.
NO alla violenza. NO all’abuso. NO al patriarcato. NO=NO.

Troppo spesso ignorato tanto da perdere significato e consistenza. Il mio NO scolpito, su un panetto di burro a testimonianza della sua mutevolezza, della sua cangiabilità. La fragilità l’inconsistenza. Oggi, come da secoli, il NO urlato dalle donne acquista una consistenza diversa.


Biografia

 Nata nel 1973 vivo a Torino. Amo l’arte sotto ogni forma. il mio lavoro parte dalla trasformazione, deformazione, destrutturazione, fusione, quattro azioni che hanno in comune tra loro il superamento dei confini.
La mia ricerca affonda a piene mani in questo concetto, e attraverso le mie opere cerco di sviscerarlo dandone una mia personale interpretazione.
Giunge da lontano il mio amore per l’arte, per la curiosità per i materiali, la pittura, la fotografia, Oltre che lavorare nel settore della Progettazione e designazione 3D, sono legata al mondo dell’arte contemporanea, tanto che ho dedicato tempo alla ricerca espressiva, attraverso varie forme e mezzi, come la fotografia, la pittura e la realizzazione di istallazioni che uniscono materiali di vario genere e di differente natura.
Ho realizzato opere e istallazioni usando materiali contemporanei quali il plexiglass, vetro sintetico, resina eposidica, mettendo in campo competenze che ho acquisito attraverso una formazione artigiana di compositore di vetrate cattedrali, rappresentando così la mia attrazione verso la luce, elemento naturale che non ha confini espressivi.
La mia ricerca è sempre in progress, in quanto ci sarà sempre un confine da de-finire e a cui approdare. Le mie istallazioni sono di natura sperimentale e anche attraverso il materiale cerco l’espressività del gesto. Il mio linguaggio è sempre legato a veicolare con forza espressiva un messaggio.
Lo stesso avviene nella mia pittura gestuale, in cui materia e colore sono diventati gli elementi che danno forza espressiva al mio sentire e che si destrutturano, si fondono e si deformano per uscire ed entrare attraverso un confine incerto. Il colore apparentemente non definito ha tuttavia una sua struttura all’interno dell’immagine rappresentata, che quasi mai e’ astratta, e che prende corpo attraverso gestualità ed emozioni.
I soggetti che rappresento sono vari, spazio da paesaggi urbani immaginari a donne, modelle, rappresentate attraverso copia dal vero, in quanto mi hanno permesso di comunicare sia emotivamente e sia sul piano della ricerca plastica. La conoscenza dell’anatomia e della tecnica fuse nella pennellata di colore.
A Torino collaboro con due collettive artistiche: Movimento Go Art Factory – Pensiero libero e collettivo e BIScottini, con le quali ho collaborato a progetti artistici e riqualificazione di aree urbane (Piazzetta del Maglio, Baloon di Torino, edificio dell’ex liceo Artistico di Torino).